DISCOGRAFIA |
PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA
Costanzo Porta, nato a Cremona nel 1529 e morto a
Padova nel 1601, fu uno tra i musicisti più fecondi e ammirati
della propria epoca. Fu allievo di Adrian Willaert, quel "divino
Adriano" che, insediatosi presso la Cappella di San Marco in
Venezia, trasmise l'arte del contrappunto franco-fiammingo a una
folta schiera di promettenti musicisti, tra cui Rore, Andrea
Gabrieli, Giovan Battista Guami, Francesco Della Viola.
L'impronta rigorosa del maestro oltremontano rimase ben impressa nello stile di Porta, determinandone le caratteristiche principali, che si mantennero costanti nelle sue opere pur nell'arco di una lunga carriera : un solido senso della costruzione musicale, dell'intreccio polifonico perfetto, dell'imitazione canonica e del legame con l'originario cantus firmus.
Le sue celebrate doti tecniche condussero a risultati talvolta grandiosi, a lungo portati a esempio di maestria compositiva - quali la Missa Ducalis a 13 voci, la Missa Da pacem a 8 voci, il mottetto Diffusa est gratia in cui si evidenziano i rapporti canonici, per moto retto e contrario, tra le sette voci; in molte altre occasioni, però, la tecnica fu posta al servizio di un'ispirazione melodica semplice e diretta, che insieme all'innata eleganza di scrittura conferì alle composizioni di Porta caratteristiche di grande ricchezza sonora e bellezza musicale.Tali doti sono presenti nel Missarum Liber primus di Porta, stampato da Angelo Gardano in Venezia nel 1578, a cui appartiene anche la Missa mortuorum (Requiem) a cinque voci. Costruita sul cantus firmus della liturgia dei defunti, la Messa si articola nelle tradizionali sezioni dell'Introitus, Kyrie, Sequentia, Offertorium, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei, Communio. Il Graduale manca. Il cantus firmus è affidato alla voce del tenor, ideale asse di simmetria posto al centro della compagine vocale, punto di riferimento costante dei dialoghi tra le voci e di tutta la costruzione musicale, fonte primaria delle principali cellule tematiche e imitative. La sua presenza e la scansione a valori larghi conferiscono alla Messa la solennità e l'austerità tipiche delle Missae pro defunctis; le sue linee severe stanno alla base di un edificio solido, compatto e grandioso.
Pur essendo così legata al Tenor gregoriano, l'opera nel suo complesso è caratterizzata da un linguaggio arioso e luminoso, che deriva delle morbide combinazioni verticali tra le voci e dalla bellezza delle linee melodiche. Le soluzioni tecniche e musicali sembrano ispirate da una visione mistica e serena della morte, intesa come trapasso verso il mondo della luce.Nel Memento Domine David si nota la costante attenzione
al dialogo tra i due cori, preferibilmente impiegati come cori
battenti, secondo la tradizione veneta inaugurata a Padova,
Venezia e Treviso da Ruffino Bartolucci e Francesco Santacroce
nei primi decenni del secolo XVI, e praticata poi dai principali
polifonisti del tempo presso le più importanti chiese cattedrali.
Marina Malavasi
COSTANZO PORTA (1529-1601)
Requiem a cinque voci
Memento Domine David, salmo a otto voci
Deus in adiutorium, salmo a sei voci
Ensemble vocale Speculum Musicae
Marina Malavasi
Andrea Arrivabene, PaoloCosta cantus;
Fabio Furnari, Michele Cenedese altus;
Cristiano Bortolin, Michele Da Ros tenor;
Alessandro Pitteri, Marco Scavazza tenor;
Antonio Albore, Paolo Bassi, Walter Testolin bassus.
Prima registrazione mondiale.
Registrazione effettuata presso la chiesa superiore del
Seminario vescovile di Treviso dal 2 al 4 maggio 2003.
Tecnico del suono: Marco Lincetto
Direzione artistica: Fabio Framba
Fonti: per Requiem e Deus in adiutorium : Costanzo Porta, Opera
omnia, a cura di Siro Cisilino, nella revisione di Marina Malavasi;
per Memento Domine David: trascrizione di Maria Luisa
Baldassari.
Un ringraziamento particolare a Padre Lodovico Bertazzo
(Basilica di S. Antonio, Padova) per aver messo a disposizione le
partiture per lo studio e l’esecuzione.
Scarica un brano del cd in formato mp3:
1. Memento Domine David